I tasselli chimici
Il mercato offre diversi tipi di ancoranti chimici che differiscono tra loro per composizione chimica e per tipo di prestazione. In linea generale per impieghi in opere da costruzione è indispensabile che il prodotto riporti la marcatura CE (ottenuta a seguito di un'appropriata e specifica valutazione tecnica europea). La marcatura CE garantisce che la prestazione venduta dal produttore corrisponde a quella dichiarata, facilitando la libera circolazione dei prodotti dalla qualità e prestazioni certificate e garantite.
Quando si usa il tassello chimico?
Solitamente la scelta ricade su un tassello chimico dove non è possibile utilizzare un tassello ad espansione o quando peso e trazione del corpo da sorreggere sono talmente gravosi che un comune tassello per carichi pesanti non è in grado di sostenere. Qui entra in gioco il tassello chimico che funziona con l'utilizzo di resine sintetiche.
Gli ancoranti chimici si distinguono dai tasselli per fissaggi pesanti per via della loro resistenza meccanica, della velocità ed uniformità di indurimento e dall’assenza di tensioni da espansione, presenti invece nei tasselli tradizionali.
Il suo funzionamento così efficace è dato dal fatto che il punto di attacco si "fonde" così bene con il supporto, da assumerne le sue stesse caratteristiche di solidità e resistenza. L'ancoraggio del chimico avviene per via di collanti speciali che tramite un procedimento chimico fissano nel muro le speciali barre metalliche filettate preventivamente inserite nel foro.
Chimico per installazioni su mattoni forati
In una parete di mattoni forati, per evitare la dispersione dell'ancorante chimico, è necessario in primis inserire nel foro un tassello a calza o un tassello a rete se siete pratici nel dosaggio della resina in fase di estrusione. Successivamente si inietta il chimico ed infine si inserisce la barra metallica. Tassello e barra metallica provocano l'espansione della calza, che gonfiandosi blocca definitivamente l’insieme.
A grandi linee, i vari tipi tasselli chimici si possono essere suddivisi in due macro categorie:
- le FIALE DOSATE: comode perchè preventivamente predosate, ma con il limite che possono essere usate esclusivamente su materiali pieni e compatti
- le RESINE BICOMPONENTI in cartuccia da erogare con apposita pistola per silicone, che a loro volta si suddividono in:
Anche le resine bicomponenti si suddividono in diverse tipologie:
- Resine poliestere per utilizzo artigianale, per carpenteria leggera, termoidraulica, messa in posa di serramenti. Ottime anche per installazioni sui mattoni forati. Hanno il limite che non possono essere utilizzate con il calcestruzzo. In questa categoria sono racchiuse anche le resine ibride, in grado di resistere molto bene alle alte temperature.
- Resine vinilestere in grado di garantire una elevata resistenza meccanica. Questo tipo di resina trova impiego soprattutto nell'edilizia, nella carpenteria pesante e nelle opere stradali. Alcune sono idonee per applicazioni su fori umidi.
- Resine epossidiche particolarmente fluide e quindi più facili ed idonee ad essere iniettate nei fori, soprattutto quelli più profondi, perché raggiungono il fondo con più facilità. Il loro limite è nel tempo di indurimento: molto più lento delle altre resine più compatte.
Scegliere un tassello piuttosto che un altro dipende da diversi fattori:
- Tipo di struttura del sostegno sul quale si va a lavorare (se mattone forato o calcestruzzo compatto ...)
- Luogo (le zone soggette ad azione sismica richiedono l'utilizzo di tasselli chimici di categoria C1 e C2)
- Condizioni ambientali (le alte e basse temperature richiedono tasselli chimici adatti)
- Gravosità del carico da sostenere